Wednesday, July 08, 2009

Spiando la vita a Battersea

Talvolta passeggiando per le strade di Londra, si trovano degli angoli nascosti.
E cosi' che, quache giorno fa, sono capitata al Geffrey Museum, dedicato alla quintessenza dello stile abitativo,borghese,inglese dal 17 secolo fino ai nostri giorni.
Curioso vedere dagli anni 50 ai giorni nostri quale spazio,posizione,forma ed importanza hanno preso la tv, il telfono, la radio, il giradischi nei nostri soggiorni.
Il Geffrey Museum e’ anche una casa che ospita delle persone bisognose (o almshouse in inglese). Una struttura elegante del 18 secolo, con un parco all’entrata ed un favoloso giardino nel retro. L’entrata e’ gratis, come tra l’altro per molti musei londinesi. Ci sono dei libri sul giardinaggio e l'architettura a disposizione e dei percorsi interattivi e giochi per bambini.
All’interno del museo trova spazio in questi giorni e fino al 31 Agosto la mostra di Mark Cowper.
Un eccelente fotografo londinese che ha ritratto il soggiorno di 46 appartamenti su 98 di un’unica palazzina a Battersea: Ethelburga Tower. Gli appartamenti sono stati selezionati secondo il criterio del lato east e/o ovest della palazzina per avere lo stesso gioco di luci. Solo uno e’ stato preso nel lato. L’angolo nel quale Cowper ha posizionato la macchina fotografica e’ sempre identico. Ci si ritrova quindi, davanti, sembrerebbe allo stesso soggiorno, ma decorato in modo diverso ed abitato da diversi inquilini.
Sono sempre stata incurioista dagli interni delle case, capire come vive la gente. E questa mostra soddifa un po' una parte della nostre indole curiosa. Quando si vedono le foto e' alquanto intrigante giocare a “indoviniamo chi vive qui” ? E po si legge che in quella stanza scarna, vive un single e, in quell’altra con i divani in pelle, e mobili etnici, vive una donna inglese di origine africana e, in quel’altra con il mappamondo in vista, vive una coppia di braziliani e in quell’altra ancora con il pavimento a scacchi, una coppia che insegna arte. Inolte quello che e’ interessante e’ anche sapere quante persone di svariate origini e ceti sociali vivano gli uni accanto gli altri senza influenzarsi minimanente nelle loro scelte stilistiche. L’appartamento rapprensenta il proprio nido, una rappresentazione del nostro modo di essere.
Mark Cowper intervista anche alcuni degli affittuari e/o proprietari per cercare di farci connettere oltre la foto con gli abitanti della Ethelburga Tower.
E’ una di quelle mostre che avrei voluto realizzare ma che rimane per ora un sogno nel cassetto ...chissa’, chissa’...

Monday, July 06, 2009

La mia famiglia musicale

Patti Smith e’ sempre stata, per me, una sorta di icona spirituale e musicale, una di quelle donne alle quali ho sempre sognato di rassomigliare nonostante la mia assenza di talento. I Silver Mount Zion sono entrati nella mia famiglia spirituale nell’anno 2000 per svariati motivi. Avendo avuto modo di seguirli da molto vicino, ho condiviso il loro percorso e molte altre piccole gioie. Sono grata ai Silver Mount Zion e alla loro etichetta Constellation per aver rafforzato, forse in modo eccessivo, la mia integrita’ nei confronti del mondo musicale e avermi fatto riflettere sull’esistenza ed il funzionamento di modelli economici alternativi. La notte del 18 Giugno Patti Smith e Silver Mount Zion si esibivano sul palco del Royal Festival Hall, durante il festival del Meltdown curato da Ornette Coleman, ed e’ stata per me una piccola festa, una piccola reunion di famiglia. Soap&Skin in apertura, ma poco interessante.
Patti Smith inizia la sua performance con il poema “Piss Factory": “I'm gonna get out of here, I'm gonna be somebody, I'm gonna get on that train go to New York City, I'm gonna be so bad, I'm gonna be a big star. And I will never return - no, never return - to burn out in this Piss Factory." ”. E certe volte le leggende diventano realta’ : la ragazzina che lavorava e si faceva abusare in fabbrica e’ scappata a New York ed e’ diventata una grande star, la Patti Smith che tutti amiamo, un’artista di rilievo che ha anche lavorato con i piu’ grandi nomi della scena culturale iinternazionale.
E proprio questa sera vedremo siflare alcuni di questi nomi : Adrian Utley dei Portishead, Flea dei Red Hot Chilli Peppers, i Silver Mount Zion, i Master Musicians of Jajouka, e lo stesso Ornette Coleman che l’ha invitata a partecipare al suo Meltdown.
Ma e’ quando i Bachir Attar e i Master Musicians of Jajouka entrano in scena, che Patti Smith sembra ritornata ragazzina e balla felice mentre Flea, in ginocchio, si contorce davanti a loro.
I Silver Mount Zion, anche se non al completo, la raggiungeranno a meta’ concerto. Il loro inconfondile suono misto di archi e chitarre elettriche supporta a meraviglia la sua voce calda e grintosa. Non si puo’ trovare un connubbio musicale migliore. Stona, da canto mio, il connubio tra Flea e Silver Mount Zion. Eh si, doveva pure esserci una nota strana in tutto il concerto, in fondo fa parte della spontaneita’ di una festa improvvisata tra amici.
Ma alla festa non ci sono solo amici. Ad accompagnarla per qualche brano al pianoforte c’e’ pure sua figlia Jessie. Con lei che ci offrira’ una commovente interpretazione del poema dedicato al suo defunto marito Fred “Sonic”Smith, morto quando Jessie aveva solo 7 anni.
L’atmosfera festiva poi riprende. Patti Smith gioca intimamente con il pubblico come se fosse a tu per tu con persone che conosce da anni nel salotto di casa. Esorta il pubblico londinese a stare attenti all’urbanizzazione selvaggia, e quando si dimentica di andare fuori scena durante un cambio di strumenti commenta: “beh almeno cosi’ vedete quanto e’ eccitante stare dietro le scene. Io che bevo un bicchiere d’acqua guardando un tecnico che dice all’altro : “ma dove cazzo va questa spina?” E l’ilarita’ riesplode quando dopo qualche minuto’ ammette che non sa nemmeno lei cosa succedera’stasera sul palco: "It's a rough gig, I'm tellin' ya,". E alla fine del concerto viene pure in mezzo al pubblico per rendere la festa piu’ vera, piu’ reale ed il pubblico inglese si unisce alle danze. Con il finale di “Pissing in a River” e “Ghost Dance” salutiamo con gli occhi lucidi la poetessa del rock e i suoi amici.

Wednesday, July 01, 2009

A rieccomi

Mi ero ripromessa di scrivere tutte le settimane, ma ho perso un po’ il filo..Quindi riprendo...e saranno poi degli scritti erratici senza troppa connessione logica..ma sto scrivendo piu’ per me stessa ..mi sono anche detta perche’ non tenere un diario privato. Penso che ci sia una sottile linea tra il tenere un diario privato e pubblicarlo su un blog. Infatti il blog, richiede piu’ riflessione e anche piu’ attenzione, al contrario di certe diarree verbali scritte nei diari....questa sara’ quindi una attenta diarrea verbale. Se ripercorro gli eventi di queste ultime settimane a ritroso, m’imbatto in ordine con il concerto di Patti Smith & friends al Royal Festival Hall. Allora, il prossimo post e sulla zia Patti ed i miei cugini canadesi.