Wednesday, March 30, 2011

La vera vedova di Dallas

Le notti del Massachusetts dovevano essere lunghe e solitarie. Tempo per riflettere al suo passato e ritrovare le giuste corde che lo facevano vibrare. Lontano dalla sua Dallas, Dan Philips, non aveva dimenticato l’impatto del punk-rock dei Slowride, suo precedente progetto. Ma c’era una voglia di decelerare e di ricercare delle nuove e impercettibili vibrazioni del suo intimo. Un arduo processo catartico al quale si contrapponeva una melodia leggera vista forse come via d’uscita o redenzione.
Due anni dopo, Dan Philips ritorna a Dallas con il suo progetto e quando incontra la talentuosa bassista Nicole Estill e la possente macchina ritmica di Timothy Starks, i True Widow hanno finalmente ragione di esistere.
Martedì 29 Marzo uscirà il loro secondo album “As High as the Highest Heavens and from the Center to the Circumference of the Earth”: una perla. Stranamente l’ho ascoltato il primo giorno di primavera e ho capito che si preannuncia una calda estate. Forse un’estate calda come quelle del Texas dove l’umidità fa salire il termometro fino ai 47 gradi. Quando fa troppo caldo per riuscire a muoversi e tutto attorno assume una dimensione quasi onirica, un sentimento di immobilità e di aspettativa c’invade, come se dal momento all’altro potesse scoppiare un temporale o qualcosa di terribilmente bello. Chiamatelo stonegaze, chiamatelo breakcore, rimane evidente che vi è una forte influenza dello slowcore dei Low e dei Galaxie 500. Le voci di Dan e Nicole s’interscambiano durante tutte le canzoni, regalando all’album una dolcezza infinita . Provate ad ascoltare Jackyl, Blood Horses, Skull Eyes ,e sarete rapiti. Quello dei True Widow è uno slowcore molto più affilato, molto più pesante che sconfina nel desert rock.
Il disco chiude con l’apoteosi di Doomseer. Dei profeti dello stonegaze americano, che imparerete ad amare.

Tuesday, March 15, 2011

Concerti estemporanei on-line.

In questi ultimi anni c’e’ una tendenza a filmare gli arstisti che si esibiscono in posti diversi che sul palcoscenico. Solitamente, questi eventi, sono acustici e filmati professionalmente da registi indipendenti. Una posizione contro la moda diffusa di mettere su internet dei filmati, di scarsa qualita’, di concerti, registrati dai fans di tutto il mondo per mezzo dei loro cellulari. Filmati che hanno per risultato di generare un’idea distorta dell’artista e dell’evento. Le sessioni musicali acustiche sono filmate da giovani registi indipendenti e sono il risultato di un’incontro tra cinema e musia che offre allo spettatore un modo diverso e intimo per conoscere gli artisti. Molte volte filmati in modo spontaneo in un momento di pausa dallo studio di registrazione o tra un’intervista e un’altra, tra due tappe del tour, gli artisti danno l’impressione di suonare piu’ per il loro divertimento che per riempire un’altro compito promozinoale. Un modo moderno di documentare la musica e di lasciare all’artista un posto diverso e di qualita’ per esprimersi, che sembra sia convenuto a un gran numero di artisti come The Kooks, National, Beirut, Patrick Watson, Piers Faccini e molti molti altri. L’idea di queste sessioni musicali e’ partita da Chryde, il fondatore della Blogotheque che voleva trovare un modo diverso di condividere la musica su internet. L’incontro con Vincent Moon, regista indipendente francese, e’ stato fondamentale per riuscire a pubblicare dei filmati musicali di qualita’ ineccepibile. Sono passati quasi cinque anni e la Blogotheque ha accumulato piu’ di 200 live di artisti in luoghi alquanto improbabili (chiese, fontane, mercati, zoo, salotti, ascensori, metro, negozi, ect..ect) e dato il successo del seguito del pubblico, anche la Burberry ha voluto iniziare le sue live sessions: Burberry Acoustic, vestendo giovani musicisti in erba. Durante questi cinque anni, sono inoltre apparsi dei siti internet che usano dei luoghi per far suonare gli artisti alquanto unici e originali. Dai taxi londinesi delle BlackCabSessions, al lavasecco delle DirtyLaundryTV ai balconi in giro per il mondo di BalconyTV, fino ai gazebo dei parchi londinesi di BandstandBusking . Per un elenco completo dei vari siti che propongono dei live acustici, potete cliccare su The Music Session . Durante un pomeriggio estivo dell’anno scorso, ebbi l’occasione di assistere a un Bandstandbusking di Frightened Rabbit ,Hundred in Hands,Sky Larkin e Vivian Girls. C’era una leggera brezza che agitava dolcemente le fronde degli alberi, dei bambini si rincorrevano attorno al gazebo, dei vecchi seduti sulle panchine e passanti in bicicletta guardavano con curiosita’, chi mangiava un panino, chi beveva un caffé. Si respirava una rilassatezza generale sia del pubblico che dei musicisti come se si fosse nel loro cortile di casa. Un’occasione di festa, di celebrazione, di pura condivisione della musica che troppe volte si perde a discapito del classico formatto: palco, set pre-stabilito di 90 minuti,amplificazione e illuminazione da spot-lights. L’esistenza di canali alternativi di promozione musicale esiste anche nell’era digitale, un’angolo diverso per considerare il musicista, con un’unica condizione: non indossare l’impermeabile Burberry.

Tuesday, March 08, 2011

Something I like from Belgium

In questi ultimi mesi la Conspiracy Records ha realizzato due dischi pregievoli, un po’ ingustamente ignorati dalla critica italiana.
Head of Wantastiquet con il suo “Dead Seas”, ci porta in un mondo popolato da cowboys solitari che si accompagano di un banjo nelle loro fredde e solitarie serate invernali. Paul Labrecque, creatore del progetto, ha indubbiamente passato molto tempo sulle montagne del New Hampshire ma anche nel Western Massachussetts dove incontro’ Thurston Moore, per la cui etichetta incise con l’altro suo progetto Sunburned hand of Man, che porta avanti con Chris Corsano e Valerie Webb (a fine Marzo in tour in Italia). Anche se “Dead Seas” prende vita da queste esperienze profonde che hanno segnato il percorso musicale, e non, di Head of Wantastiquet, si rintraccia anche la cupa presenza di un certo primitivismo americano alla Robbie Basho. “Return to Agerthi” , “A curse repeated” e la stessa “Dead Seas”, sono dei titoli che possono dare lo spunto per indovinare l’atmosfera del disco. La riflessione di Paul Labrecque, non e’ solo autocentrata ma e’ rivolta anche al mondo esterno con “Mavi Marmara” , un richiamo alla strage degli attivisti pacifisti filopalestinesi di “Free Gaza”, avvenuto in acque israeliane qualche mese fa. In “Dead Seas”, la voce di Paul Labreque e’ sempre in secondo piano rispetto alla musica, una voce sussurata che sembra venire da un mondo parallelo al nostro ma che al tempo stesso ci porta lentamente alla deriva in questo immenso “Dead Seas”, dove tutto sembra rimanere immobile e eterno come questa splendida opera degna di maggior attenzione.
I Flying Horseman sono originari di Antwerp, la stessa citta’ dei dEUS con il quale dividono un gusto per l’eleganza dei suoni e una certa cinematografia musicale. L’anima del loro ultimo lavoro “Wild Eyes” e’ l’oscuro lato del rock blues di Jon Spencer and the Blues Explosions e dei Birthday Party, echeggiante alle terre newyorkesi dei Velvet Underground. Il lato ruvido del disco e’ inoltre accentuato dalla registrazione live del disco, quindi non c’e’ posto agli artefici della post-produzione. Quello che sentite e’ il loro vero suono che arriva diretto al cuore come la pallottola di una colt 45.

Tuesday, March 01, 2011

New History Warfare Vol.2: Judges” - Colin Stetson - Constellation Records

La Constellation Records ha fatto di nuovo centro. “New History Warfare Vol.2: Judges” di Colin Stetson e’ un album stupefacente e intrigante, lungo il quale ci si lascia trasportare in diversi vortici sonori, ascolto dopo ascolto. La passione e maestria di Colin Stetson per gli strumenti a fiato: sassosofoni, clarinetti, cornetti, corno inglese e flauti, l’ha portato a collaborare con alcuni dei piu’ grandi nomi della musica: Tom Waits, Lou Reed, David Byrne, TV on the Radio. "New History Warfare Vol.2: Judges”,ci convoca con la prima traccia “Awake on the foreign shore”, su un nuovo territorio musicale dove il jazz d’avanguardia sconfina con il rock, il gospel e una certa catarsi della musica etnica. Una musica liberatoria che fa scorrere brividi lungo la schiena. Non e’ ancora chiaro come Colin Stetson riesca a raggiungere questo effetto. Su tutto il disco non c’e’ un loop, ne’ un overdub (eccetto le parti vocali e il corno francese nella traccia 4). Sembrerebbe quasi di essere all’ascolto di un’orchestra di 20 persone, ma in realta’ si e’ davanti a un unico sorprendente sassofonista che, per registrare questo album, ha utilizzato venti microfoni posizionati in angoli diversi del mitico studio di registrazione Hotel2Tango di Montreal. Stesso studio utilizzato anche da musicisti del calbro di Godspeed You! Black Emperor e Vic Chessnut. Se non pensate che un unico musicista possa suonare come un’orchestra, provate ad ascoltare la traccia n.3 “The stars in the head (Dark Lights Remix)” e sarete sopresi. Apparentemente, uno dei tanti segreti di Colin Steston e’ la la respirazione circolatoria usata per suonare il sax, tecnica utilizzata anche da altri musicisti jazz, che aggiunge un effetto mantrico e ipnotico alle sue composizioni, simile a quegli effetti che il digeridoo e le launeddas apportano nella musica etnica. Con “A dream of water” e la parte recitata da Laurie Anderson si raggiunge un’apice di tensione mentre nella cover di Blind Willie Johnson, “Lord I just can’t keep from cyring sometimes” con la voce assolutamente argentina di Shara Worden dei My Brightest Diamond siamo elevati a una liberazione mistica. “Red Horses” e’ assolutamente travolgente con il ritmo impetuoso del sax di Steston, che riesce a metamorfosarsi nel galoppo di una mandria di cavalli selvaggi. Chiude questo piccolo gioiello discografico, la strruggente “In love and justice”. “New History Warfare Vol.2: Judges” e’ una di quelle perle rare che capitano troppo poco spesso per le mani.