Thursday, April 12, 2012

La sedia, made in Italy, di Wittgenstein

Pubblicato su http://www.distorsioni.net 26/03/2012
La sedia di Wittgenstein
S/T
Uscita: 19 Settembre 2011 - Hysm?

La primavera è arrivata con un po’ d’anticipo ma quale occasione migliore per iniziare a fare un po’ di pulizia tra i miei file. In un angolo nascosto del mio HDD ho trovato uno scampolo di musica italiana che il nostro gentilissimo capo redattore mi aveva mandato qualche mese fa, poco prima di Natale. Si tratta di un gruppo italiano: La sedia di Wittgeinstein. Il suo omonimo lavoro è il progetto di Stefano Spataro alla batteria, synth e sassofono e Piero Prudenzano: chitarre, giocattoli e vari rumori. Il demo è stato registrato nel Dicembre 2010 presso gli studi di Solquest lab. Ho cercato invano altre informazioni su questo progetto ma non sono riuscita a cavare un ragno dal buco dalla tela informatica. Quella di “La Sedia di Wittgenstein” è improvvisazione pura che lascia un po’ perplessi al  primo ascolto. Chitarre distorte che si mescolano a registrazioni lo-fi, giocattoli, arie di musica lirica. Un’improvvisazione tra sogno, psichedelica e rumori.
Come si legge nelle poche righe che accompagnano il disco: ‘questi sono 44 minuti di instabilita’ emotiva sonora, questo disco è dedicato a Ludwing Wittgenstein, personaggio divertente della logica, ispiratore e guru dell’arredamento contemporaneo’.  Ovviamente è un po’ una presa in giro alla concezione di Wittgenstein del processo mentale. Questo maestro della logica affermava infatti che quando una persona sente la parola “sedia” il suo cervello accede a un simbolo astratto che rappresenta la sedia nella sua essenza o quello che Wittgeinsten potrebbe chiamare ‘sedi-ezza’. Ma i brani di “La sedia di Wittgenstein” scardinano anche i canoni della logica delle classiche composizioni musicali. Potete sentire Autocoscienza di una bomba  per batteria, chitarra e frammenti vocali estratti da un film, e  Ikea Dream Part per synth e chitarra distorta per farvi un’idea. Nell’insieme questi compositori o giocatori dell’illogicità musicale italiana sfornano un primo disco degno di interesse.  Non aspettatevi  quindi un gruppo melodico italiano o uno di quei cantautori barbuti e tristi che vanno tanto di moda. La sedia di Wittgenstein si propone a modo suo, nel bene e nel male, come qualcosa di innovativo nell’attuale panorama musicale italiano.

2 comments:

Anonymous said...
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Anonymous said...

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