Saturday, June 19, 2010

David Dawson - Centre Pompidou - Paris - 10/03-19/07

Parigi e’ sempre stata una meta d’attrazione per i londinesi. In sole due ore e trenta di treno, i londinesi si ritrovano in una delle capitali simbolo dell’eleganza e cultura europea. In questi mesi alcuni londinesi sono inoltre motivati dalla mostra dedicata dal Centre Pompidou a Lucian Freud, la sua prima mostra monografica da oltre 20 anni sul suolo francese. Il tema: lo studio di Lucien Freud. La fila di piu di un quarto d’ora per prendere il biglietto, il costo di 12 euro non mi hanno di certo messo in una buona predisposizione d’animo per non contare un'attesa di un’ulteriore mezz’ora per accedere all'entrata della mostra, forzata contro la mia volonta' ad ascoltare le pedanti conversazioni di due intellettuali francesi, miei vicine di fila. La mostra conta solo quattro sale, con una concentrazione di trenta persone per metro quadro. Anche nell’ora di punta, la metropolitana di Parigi sembra meno affollata. In questa mostra si entra nell’universo personale dello studio di Freud, si guarda dalle sue finestre, si vede negli occhi dell'artista e si viene in contatto con i modelli che passano regolarmente nel suo studio di Notting Hill. Il mondo di Freud e' freddo e cinico come i suoi autoritratti e la crudezza del bianco della carne dei suoi nudi. Ci sembra essere un elemento volontario di provocazione inutile nei quadri di Lucien Freud ma quella che ne scaturisce e' solo una sensazione inconfortevole. Non sono sorpresa dai commenti di alcuni bambini presenti alla mostra :"papa' qui e' brutto, ce ne andiamo?". Ogni tanto bisogna ascoltare la nostra voce interna di bambino e non pretendere a giocare gli intellettuali a tutti i costi. Effettivamente il mondo di Freud non mi trasmette niente e anche se mi applico, trovo le tele di poco interesse. Mi dirigo verso l'uscita e poco prima della porta mi trovo in una piccola saletta dedicata alle impressionanti foto di David Dawson dello studio dell’artista. Tra tutte, un ritratto di Lucien Freud al lavoro, nel suo studio a notte profonda. Un incredibile gioco di chiaroscuro dove l’energia e la determinazione del pittore vengono messe a nudo come in nessuno dei suoi autoritratti. Una foto impressionante che vale tutta la mostra. Peccato che non ci fosse piu’ spazio dedicato ai lavori di David Dawson, un vero peccato.

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