Monday, April 20, 2009

Matt

La morte di Matt e’ stata improvvisa.Io e Matt non ci conoscevamo molto bene ma c’eravamo incrociati qualche tempo fa nell’ambito del lavoro. Con Sonia ci aveva fatto un training, forse uno dei piu’ divertenti che abbia fatto finora e che ricordo con piu’ simpatia. Tutti e tre per terra, in ufficio a smontare una stampante come se fosse un scatola di lego. Mi ricordo anche che Matt ha fatto diventare quello che sarabbe stato un banale viaggio di lavoro in qualcosa di speciale quando mi porto’ da Bill’s, uno dei piu’ grandi (ai tempi) negozio indipendente di musica tra Dallas e Plano. Un negozio immenso gestito da Bill, dove comprai un fantastico 7 pollici con libretto dei CCCP e dove dal soffitto girava un picture disc dei Pankow. Mi ricordo di Matt un pungente senso dello humour, molto inglese, la sua passione per Arsenal, l’NBA e anche le sue scorribande annuali a Las Vegas con Chris, di cui andavano molto fieri. Mi ricordo anche del suo visto stupito quando scoprendo “Lift your Skinny Fists” dei Godspeed You Black Emperor sulla sua scrivania, lo abbracciai forte forte. Il suo amico Christophe ha scritto che una volta si ritrovarono a parlare di funerali e che Matt, grande fan dei Beatles, avrebbe voluto che si suonasse per il suo ultimo giorno Blackbird dei Beatles “"Blackbird singing in the dead of night, take these broken wings and learn to fly, all your life you were only waiting for this moment to arise…" e Matt anche se non mi senti e anche se non ci sei piu’, questo pezzo da oggi in poi avra’ un nuovo significato per me.

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