Monday, April 05, 2010

"Adieu et merci " - Thee Silver Mt. Zion Memorial Orchestra - Tuesday 25 March 2010 - Electric Ballroom - London

Sono tanti i ricordi che mi legano ai Silver Mount Zion, come quella sera di dieci anni fa. Serata torrenziale, guidavo la mia panda rossa sull’autostrada con la mia amica Giorgia a mio fianco e Doug, un ragazzo australiano conosciuto qualche settimana prima. Dovevamo aver attraversato un'altra dimensione quando arrivammo tra tuoni e lampi a Colchester, in una piccola chiesetta sconsacrata, un centinaio di persone sdraiate per terra e sul palco loro i Silver Mount Zion. Guidati da Efrim Menuck erano al loro primo disco, con un organico di sette musicisti: pianoforte, due chitarre, basso elettrico, controbasso e trio d’archi. L’atmosfera era molto rilassata e a fine concerto, seduti a gambe conserte sul palco,scambiammo quattro chiacchere con la band. Penso che Doug si innamoro' spiritualmente per sempre di Sophie.
Dieci anni dopo molte cose sono cambiate. Stasera e’la settima volta che vedo i Silver Mount Zion dal vivo. Doug e’ ritornato in Australia ma Giorgia e' sempre con me per ricercare la magia di quella notte a Colchester. Stanotte il concerto e' tutto esaurito gia' qualche settimana. L'Electric Ballroom e' una sala fredda qui a Londra, una grossa discoteca con capienza di 1100 persone. Non so perche’ sono qui stasera, forse e’ per un semplice motivo di fedelta’alla band, alla loro filosofia.
Mentre si esibisce Alexander Tucker, mi accosto al banchetto del merchandising, e noto che tra i dischi ci sono anche delle magliette.
Penso che i tempi siano stati duri e siano cambiati sia per i Silver Mount Zion che per la loro etichetta, la Constellation Records, sorrido. A volte hai la fortuna di incontrare delle persone che ti possono cambiare la vita, il tuo modo di pensare e anche il tuo modo di vivere e penso sorridendo che saro’ eternamente grata a Don & Ian della Constellation Records per questo. Compro la maglietta e saro’ fiera di indossarla.
Ritorno sul palco, lato scala che e' anche il posto piu' comodo per vedere il concerto qui all'Electric Ballroom. I Silver Mount Zion sono questa sera solo in cinque: chitarra, controbasso, batteria, due violini e iniziano il loro set di composizioni che trovano un loro punto d'equilibrio all'incrocio del punk-rock, musica neo-classica e klezmer. I Silver Mount Zion anche stasera non deludono, i musicisti sono perfetti, l'atmosfera diventa elettrica.
Personalmente preferivo quando il suono era piu’ ricco e forte e sento la mancanza della chitarra di Ian, del violoncello di Beckie. Sempre impeccabile, a condurre le danze: Efrim Menuck, che aveva inziato questo gruppo come un suo progetto personale al quale aveva invitato degli altri amici.
Efrim mi ha sempre fatto pensare ad un menestrello ubriaco che canta i suoi dolori e frustrazioni alla luna, e stasera non ha deluso i presenti.
Oltre che a un set impeccabile ci sono stati molti scambi con il pubblico in sala, sulle elezioni in Inghilterra (in sintesi: no labour, no tories), del diritto di voto (meglio non votare), sul pene di Lady Gaga. Si e' anche parlato di pop "we don't play pop because we don't have the look and it's easy and depressing and does not pay. It required dedication and we are shallow". Un'altra domanda viene spontanea dal pubblico, e i Godspeed? Efrim e’ l’unico ad esprimersi: “You bring them back you fucker. It’s easy it's only 4 chords…4 chords on a long runaway”. Commento che lascia con l’amaro in bocca molti dei presenti che sperano che un giorno i Godspeed You! Black Emperor, questo collettivo anarchico di Montreal di cui Efrim, Sophie e Thierry fecero parte risorga presto dalle sue ceneri. Sophie e Thierry presenti anche loro sul palco si astengono da ogni commento e sembrano perplessi dai commenti di Efrim. Continua poi le sue chiaccherate con il pubblico in un personale sproloquio dalla sua passione per gli Specials alle parolacce che ha imparato in inglese. Ma la band e lo stesso pubblico lo riporta alla realta "vogliamo sentire la musica".
La serata prosegue con “There is a Light” e “1,000,000 Died to Make This sound” e tra il pubblico viene ricordato che anche i compianti Vic Chesnutt e Ron Asheton hanno partecipato al suono di questo gruppo.
Due ore e mezza di concerto in piedi, ho male ai piedi, ed il mio corpo e’ indolenzito.Concerto senza dubbio perfetto, i presenti sembrano vivere un esperienza estatica ma penso che il mio entusiasmo verso la band sia scemato con il tempo, forse con l'eta'(?) e nonostante ci provi ancora, non riesco piu’ a provare molte emozioni. Rientrando a casa penso che e’ oramai giunto il tempo che abbandoni i Silver Mount Zion per la loro strada. Li ringaziero’ per sempre per avermi potuto dare la prova che su questo mondo malato ci sono delle persone come loro: "beautiful and strong".

2 comments:

chiara said...

... ci vuole coraggio ad ammettere certe cose, la nostalgia spesso modifica i sensi..
io li avevo visti all'ultimo Meltdown con Patti Smith ma era ovviamente tutt'altro concerto...

Anonymous said...

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